Gli ingombri nell’arredamento: il rebus delle distanze minime

Gli ingombri nell’arredamento: il rebus delle distanze minime

Gli ingombri nell’arredamento: il rebus delle distanze minime

Un bagno appena arredato secondo le distanze minime

Esistono distanze minime da rispettare quando si arredano living, bagno e cucina?
Sì, gli ingombri sono importanti per avere una casa funzionale che coniughi praticità d’uso e senso estetico.

Da sempre, gli ingombri sono croce e delizia degli arredatori di interni e degli impiantisti.
In una casa lo spazio è il palcoscenico su cui i proprietari, gli interior designer e gli impiantisti vanno in scena, ciascuno con le proprie priorità e le proprie soluzioni.
Spesso non esiste “un copione”: ciascuno cerca di far valere le proprie ragioni a suon di “lo vorrei qui”, “così disturba l’armonia dell’ambiente”, “Sì, ma l’attacco è dall’altra parte”.

Cosa fare dunque?

La cosa più ragionevole è provare a scrivere insieme almeno un “capione” di questo spettacolo dell’arredare, ovvero capire quali sono le “regole” e le distanze minime nei diversi ambienti per renderli funzionali oltre che belli.

Una matita sopra un progetto di arredamento d'interni

Distanze minime in bagno

Anche se si tratta di una delle stanze più intime della casa, le distanze tra i sanitari sono normate per legge.
La UNI 2128:2014 si occupa proprio di questo e propone una vera e propria tabella.

La prima regola è che tra un elemento (wc, doccia, bidet, lavabo) e la parete di fronte, o un altro elemento posto di fronte, devono esserci almeno 55 cm, ovvero lo spazio minimo per consentirne l’uso.

La tabella indica poi che:

  • tra wc e muro a fianco devono esserci 15 cm,
  • tra wc e bidet: 20 cm
  • tra wc e doccia/vasca20 cm
  • tra wc e lavabo: 10 cm
  • tra bidet e doccia20 cm
  • tra bidet e lavabo e tra due lavabi: 10 cm.

Meno rigidità si registra invece per i complementi d’arredo, che spesso in bagno sono posizionati a parete, a fianco del lavabo o sotto di esso.
Trattandosi di strutture mobili, che non necessitano di tubazioni e scarichi a muro, possono essere riposizionati ed eliminati, anche in fase di eventuale ristrutturazione.

Naturalmente a guidarci nell’arredo del bagno deve essere il buonsenso: rispettare distanze funzionali con gli elementi e riempire poi l’ambiente con mobili e suppellettili non ha alcun senso.
In linea generale deve essere consentito l’accesso comodo agli elementi e, nel limite del possibile, dovrebbero essere rimossi eventuali ostacoli.

Alcuni esempi: il cesto della biancheria non dovrebbe intralciare il passaggio, meglio scegliere un mobile che non superi in profondità il lavabo, se lo spazio a disposizione è stretto.
Un altro utile consiglio è valutare la possibilità di “incastrare” complementi d’arredo o mensole in nicchie o zone irregolari che si dovessero presentare (angoli ciechi, rientranze) e sfruttare lo spazio anche in verticale.

Un progetto tecnico di arredamento di uno spazio casalingo

Distanze minime in cucina

Secondo il Decreto Ministeriale del 1975, una cucina abitabile non può essere inferiore ai 9 mq.
Nel tempo si sono introdotte alcune variazioni a seconda delle città e si passa così dal minimo di 5 mq a Milano, fino a 15 mq per il minimo delle cucine romane.
L’altezza minima è invece 2,70 m. Un dato rilevante: quanto parliamo di spazio e ingombri dobbiamo ricordaci sempre che le stanze si sviluppano pure in altezza.

In cucina per stabilire le distanze minime occorre partire dai fuochi, dal posizionamento del piano cottura, quindi, e dalla presenza della canna fumaria.
Se si installa un piano cottura a gpl o metano la canna fumaria verso l’esterno è obbligatoria, in caso di indisponibilità meglio virare su un piano cottura a induzione.

La distanza minima frontale tra gli elettrodomestici e gli altri ingombri deve essere di almeno 70 cm, da calcolare con gli sportelli e le eventuali ante aperte. In questo modo il passaggio agevole di una persona è consentito.

Attenzione invece alla lavastoviglie: richiede uno spazio più ampio per facilitare le operazioni di carico e scarico, tra i 70 e i 100 cm.

Se la cucina prevede una zona pranzo, il tavolo può essere addossato alla parete, come una consolle, sapendo che in questo modo utilizzeremo circa la metà dei posti.
Se invece il tavolo è discosto dal muro, occorre lasciare almeno 70 cm per consentire una seduta agevole.
Se poi dietro alla persona seduta occorre consentire il passaggio, i cm dalla parete diventano 120, che salgono a 135 in caso di presenza di mobili con ante a battente, così da permetterne l’apertura anche quando vi è una persona seduta.

Cucina con isola

In questo caso le distanze cambiano a seconda della funzione dell’isola: se ospita il piano cottura e i piani di lavoro, la distanza tra fuochi e tavolo si azzera perché si tratta di un unico blocco.
Se invece l’isola comprende anche altri elettrodomestici diventa il perno attorno a cui costruire il resto della nostra cucina.
In questo caso la distanza suggerita è di circa un metro/90 cm per lato rispetto o alle pareti o ad altri complementi d’arredo.

Distanze minime per il living: relax in “sicurezza”

Il living o zona giorno è uno dei locali dedicati alla socializzazione e al relax. Qui non ci sono obblighi particolari, i complementi d’arredo possono contribuire a creare ambienti separati, come una piccola zona pranzo, o essere volti alla realizzazione di un ambiente accogliente e rilassante.

La sola regola da osservare riguarda la distanza tra la tv e il divano. Per consentire una corretta fruizione, tale distanza dovrebbe essere 1,6 volte la diagonale dello schermo, che è poi quella che indica i pollici con cui viene misurata la grandezza della nostra tv.
Per esempio, se possediamo un televisore da 32 pollici, il divano dovrebbe essere posto frontalmente ad almeno 1,2 metri, se invece il tv è da 55 pollici la distanza sale a 3,5 metri.

Stiamo naturalmente parlando di distanza auspicabile perché, effettivamente, mentre i televisori sono sempre più grandi lo stesso non si può dire delle case.
Questo anche se il soggiorno, sempre secondo il famoso D.M. del 1975, non dovrebbe misurare meno di 14 mq.

Estetica e funzionalità possono essere coniugate con piccoli accorgimenti e osservando le distanze corrette. Si tratta di un lavoro complesso , ma non impossibile.

Il segreto è sempre quello di rivolgersi a consulenti e progettisti esperti che sappiano consigliare e realizzare le migliori soluzioni, tenendo conto di gusti, spazi, luce, aspetti tecnici e quant’altro.

Un progetto tecnico per l'arredamento di un appartamento